A cura della Dott.ssa Margherita Riccio, Psicologa Clinica
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, comunemente noto come ADHD (dall’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder), è una condizione neuropsichiatrica che si manifesta in età evolutiva ma può persistere, con caratteristiche diverse, anche in età adulta. Questo disturbo è spesso frainteso o sottovalutato, ma una corretta diagnosi può migliorare significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto.
In questo articolo approfondiremo i sintomi principali, i criteri diagnostici e l’importanza di riconoscere l’ADHD nelle sue diverse manifestazioni.
Cosa si Intende per ADHD?
L’ADHD è caratterizzato da un insieme di sintomi che coinvolgono l’attenzione, l’impulsività e l’iperattività motoria. Questi comportamenti, pur essendo talvolta riscontrabili anche in persone senza il disturbo, nell’ADHD risultano cronici e interferiscono con il funzionamento sociale, scolastico, lavorativo e relazionale.
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione), i sintomi devono essere presenti in almeno due contesti (ad esempio casa e scuola) e devono manifestarsi prima dei 12 anni.
Sintomi Principali dell’ADHD
I sintomi dell’ADHD possono essere suddivisi in due grandi categorie: inattenzione e iperattività/impulsività. Esistono inoltre tre sottotipi principali del disturbo:
1. ADHD con predominanza dell’inattenzione.
2. ADHD con predominanza dell’iperattività/impulsività.
3. ADHD combinato (presenza significativa di sintomi in entrambe le categorie).
Inattenzione
La difficoltà di attenzione si manifesta come incapacità di focalizzarsi su dettagli, mantenere la concentrazione o organizzarsi adeguatamente. Alcuni sintomi tipici includono:
• Frequenti errori di distrazione nello svolgimento di attività scolastiche, lavorative o quotidiane.
• Difficoltà a mantenere l’attenzione per periodi prolungati, come durante lezioni, letture o riunioni.
• Apparente incapacità di ascoltare, anche quando ci si rivolge direttamente al soggetto.
• Difficoltà a seguire istruzioni o a completare compiti, specialmente se complessi o noiosi.
• Disorganizzazione marcata, che si riflette in una gestione inefficace del tempo o nello smarrimento frequente di oggetti importanti (ad esempio, chiavi, documenti, materiale scolastico).
• Tendenza a evitare o procrastinare compiti che richiedono uno sforzo mentale sostenuto.
Iperattività e Impulsività
Questi sintomi sono spesso più evidenti e possono essere interpretati come comportamenti “problematici” soprattutto nei bambini. Tra i segnali più comuni troviamo:
• Movimento continuo, come tamburellare le mani o i piedi, o agitarsi sulla sedia.
• Incapacità di rimanere seduti a lungo in situazioni che lo richiedono, come in classe o durante una cena.
• Parlare in modo eccessivo, spesso senza tenere conto del contesto.
• Difficoltà a rispettare il turno durante giochi o conversazioni.
• Interrompere frequentemente gli altri o intromettersi in attività altrui.
• Comportamenti impulsivi, come prendere decisioni senza considerare le conseguenze.
ADHD nei Bambini e Negli Adulti
Nei Bambini
Nei bambini, l’ADHD si manifesta spesso durante i primi anni di scuola, quando le richieste di attenzione e autocontrollo aumentano. Un bambino con ADHD può sembrare sempre “distratto” o “iperattivo”, ricevendo frequentemente rimproveri dagli insegnanti per comportamenti inappropriati o per la mancata esecuzione dei compiti.
Segnali tipici nei bambini includono:
• Difficoltà a stare fermi in classe o a seguire le regole del gioco.
• Problemi di rendimento scolastico nonostante un’intelligenza nella norma o superiore alla media.
• Relazioni difficili con i coetanei, dovute a comportamenti impulsivi o a difficoltà nel rispettare il turno.
Negli Adulti
In età adulta, l’ADHD si manifesta in modo diverso, spesso con sintomi meno “visibili” ma altrettanto invalidanti:
• Difficoltà a gestire il tempo e a rispettare le scadenze lavorative.
• Tendenza alla procrastinazione e a iniziare molti progetti senza terminarli.
• Impulsività che si traduce in decisioni affrettate, difficoltà a regolare le emozioni o comportamenti rischiosi.
• Problemi nelle relazioni interpersonali, spesso causati da dimenticanze o mancanza di attenzione verso l’altro.
Diagnosi dell’ADHD
La diagnosi di ADHD richiede un approccio multidisciplinare e un’attenta valutazione da parte di specialisti, come neuropsichiatri infantili, psicologi clinici o psichiatri.
Strumenti Utilizzati nella Diagnosi
1. Colloqui clinici: con il paziente e, nei casi di minori, con genitori e insegnanti.
2. Osservazione diretta: dei comportamenti in diversi contesti.
3. Questionari e scale di valutazione: come la Conners Rating Scale o la ADHD Rating Scale.
4. Criteri diagnostici del DSM-5: che forniscono linee guida chiare per distinguere l’ADHD da altri disturbi.
È fondamentale escludere altre condizioni mediche o psicologiche che potrebbero spiegare i sintomi, come disturbi d’ansia, difficoltà di apprendimento o condizioni neurologiche.
Come Riconoscere l’ADHD e Quando Intervenire
Riconoscere i sintomi dell’ADHD richiede attenzione e sensibilità. È importante non etichettare i comportamenti di un bambino o di un adulto come “problematici” senza un’adeguata valutazione. Alcuni segnali d’allarme da non ignorare includono:
• Persistenza dei sintomi per almeno sei mesi.
• Impatto significativo sui risultati scolastici, lavorativi o sulle relazioni interpersonali.
• Presenza dei sintomi in più contesti (ad esempio a scuola, a casa e durante attività sociali).
Intervenire tempestivamente è essenziale per garantire al soggetto il supporto necessario, sia attraverso strategie educative e terapeutiche, sia, nei casi più gravi, con il trattamento farmacologico.
Conclusione
L’ADHD non è un semplice “problema comportamentale” ma un disturbo complesso che richiede comprensione e interventi personalizzati. Una diagnosi accurata e un trattamento mirato possono aiutare le persone con ADHD a sviluppare il loro pieno potenziale e a vivere una vita soddisfacente.
Se sospettate la presenza di ADHD in voi stessi, nei vostri figli o in una persona cara, rivolgetevi a uno specialista per una valutazione approfondita. Ricordate, il primo passo per affrontare il problema è riconoscerlo.
Dott.ssa Margherita Riccio
Psicologa Clinica





